Nonostante l'agricoltura fosse
fondamentale ai fini della nutrizione,
l'agricoltura si è diffusa lentamente,
sostituendosi piuttosto tardi alla semplice
attività di raccolta.
Dal suo primo affermarsi nelle valli irrigate
della Mesopotamia, dell'Egitto, dell'India e
della Cina fino ai giorni nostri, un continuo
sviluppo, divenuto più veloce dalla fine del
1800 con la crescente industrializzazione del
settore, ha portato alla trasformazione sia
degli attrezzi (dal primitivo bastone alla
zappa, all'aratro di legno, fino alle moderne
macchine agricole), sia dei metodi di
coltivazione (uso dei fertilizzanti chimici,
rotazione delle colture, ecc.) e al conseguente
aumento della produzione e produttività del
terreno.
Il progresso tecnologico dell'agricoltura
non si è svolto in modo uniforme e alla fine del
1900 una grande differenza separa l'agricoltura
dei paesi sottosviluppati da quelli ad alto
livello di industrializzazione.
Il fenomeno dello spopolamento delle campagne,
seguito alla rivoluzione industriale e l'alto
costo delle attrezzature ha incoraggiato la
costituzione di grandi aziende, le fattorie
collettive o cooperative.
All'inizio degli anni ottanta il problema
maggiore è stato quello delle eccedenze dei
paesi industrializzati, che ha portato per
esempio la CEE a promuovere una linea di
disincentivazione delle produzioni. Per il
superamento degli sbilanci nell'agricoltura
mondiale, dai quali dipende in gran parte la
soluzione del problema della fame, sono stati
creati organismi internazionali con il compito
di promuovere la ricerca in campo agricolo e lo
studio di espedienti contro la carenza di
risorse alimentari.
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